Al tempo dei romani le grandi abbuffate di cibo costituivano un vero e proprio segno distintivo dell’alta societ?. ?Vomunt ut edant, edunt ut vomant?, ovvero ?Vomitano per mangiare, mangiano per vomitare?, raccontava Seneca a proposito dei banchetti pi? sfarzosi, dove l’espulsione forzata del cibo dal proprio corpo, serviva a fare spazio per l’assunzione di altro cibo. La consuetudine era talmente diffusa che alcuni schiavi, girando per il banchetto con dei vasi appesi al collo, avevano il compito di “alleggerire” il peso dei commensali, che potevano rigurgitare senza nemmeno alzarsi da tavola. Oggi potremmo descrivere queste situazioni con almeno due disturbi specifici dell’alimentazione, ovvero il Binge Eating e il Vomiting.

Nell’articolo di oggi prenderemo in considerazione il primo aspetto (Binge Eating), al di la delle riflessioni che questa introduzione potrebbe suscitare in voi. Ci basti pensare e ricordare che il punto di vista da cui si osservano le cose determina la realt? con cui noi poi valutiamo e interpretiamo i fatti.
Per Binge Eating si intende quindi un disturbo alimentare in cui l‘assunzione di cibo ? praticamente incontrollata, tanto che la persona stessa avverte la sensazione di perdita di controllo, di non riuscire a fermarsi, quindi con un malessere e un disagio sempre crescenti. Questi episodi non caratterizzano fortunatamente tutti i pasti, bens? tendono a verificarsi una/due volte la settimana. Non parliamo quindi di Bulimia, dove possiamo osservare altre caratteristiche e comportamenti. Nel Binge Eating, infatti, per la maggior parte del tempo la persona risce a controllare la propria alimentazione, spesso adottando un regime piuttosto rigido nei confronti del cibo. A questi periodi se ne affiancano altri, in cui la trasgressione e le abbuffate rappresentano la norma.
Tornare a controllarsi
Nel Binge Eating osserviamo quindi un’alternanza tra il controllo e la perdita di controllo che rappresenta proprio il motore del problema. Mi spiego meglio.
Nella maggior parte dei casi le persone che lamentano abbuffate di cibo incontrollate, tali per cui poi si sentono male e in colpa, sono persone che riescono a esercitare un grande controllo sui loro pasti. Riescono quindi a vietarsi piatti o cibi particolari, a non mangiare proprio o altre soluzioni in questa direzione. Tuttavia lo sforzo impiegato nel controllare e circoscrivere le sostanze assunte, fa si che regolarmente si verifichino gli episodi di abbuffata. Sappiamo bene tutti che pi? ci vietiamo o ci viene vietata una cosa, pi? la desideriamo ardentemente e siamo disposti a tutto per ottenerla. Questa ? la regola che porta alle abbuffate.
Convincersi che per dimagrire e perdere peso la strada pi? veloce ? quella di non mangiare e quindi vietarsi un bel p? di cose, oltre a non essere molto salutare sotto vari punti di vista, crea anche le condizioni favorevoli alla perdita di controllo.
Cambiamo atteggiamento e punto di vista:
- Il primo passo da compiere ? quello di evitare la rigidit? e il controllo maniacale che abbiamo sul cibo. Abbiamo capito che questi atteggiamenti sono responsabili proprio della perdita di controllo. Se vogliamo realmente perdere peso dobbiamo iniziare a pensare che il digiuno ? responsabile delle nostre abbuffate.
- Il secondo passo ? quello di adottare un’alimentazione regolare, leggermente inferiore a quello che ci potrebbe servire, in modo da perdere peso gradualmente e senza controindicazioni. In questo modo siamo in grado di ri-tarare la nostra dieta, senza comportamenti estremi o grossi sacrifici.
Provate con questi due suggerimenti, quindi aver paura del digiuno e assumere una quantit? di cibo leggermente pi? limitata rispetto al passato. Se non avete idea di come regolarvi sul cibo potete chiedere aiuto a una figura specializzata nel campo dell’alimentazione, cos? da farvi seguire in questo vostro percorso.
Dott. Pier Paolo D?Alia
Psicologo Psicoterapeuta
Terapie Brevi