Sebbene molti di voi conoscano il termine dismorfofobia, mi piace pensare che pochi immaginino o associno questa problematica ad un vero e proprio inganno della mente. Si è convinti, anche se oggettivamente non è così, di avere un difetto fisico, qualcosa che è fuori posto rispetto alla propria apparenza. L’inganno convolge anche e soprattutto i nostri occhi quando ci vediamo allo specchio e notiamo tutti i difetti di cui sopra, come una forma non proprio regolare, un eccesso di peso, un’asimmetria del viso, degli occhi e così via.

Volendo dare alcuni riferimenti più tecnici vediamo come in alcune classificazioni la dismorfofobia rientri nei disturbi somatoformi, ovvero in tutti quei disturbi in cui è presente una componente fisica non giustificata da fattori o condizioni mediche. In altre classificazioni la dismorfofobia rientra all’interno della più ampia categoria delle problematiche fobiche, in particolare ossessioni e compulsioni. Infine osserviamo come la stessa dismorfofobia rappresenti uno dei criteri per la presenza dell’anoressia nervosa.

Tra le parti del corpo più “colpite” troviamo senza dubbio il viso, se non altro perchè, guardandoci allo specchio, non possiamo fare a meno di trovarcelo davanti. E’ così che andiamo a caccia e poi finiamo per trovare una serie di difetti che tuttavia possono riguardare qualsiasi altra parte del corpo: le gambe, le braccia, il sedere, i piedi. In questo caso la dismorfofobia è orientata ai difetti; crediamo di averne anche se obbiettivamente non è così. In altre situazioni l’attenzione non riguarda una parte specifica, piuttosto l’idea di bellezza in generale; ci sentiamo quindi sempre più brutti rispetto alle persone che ci circondano. Infine vorrei porre l’attenzione sulla dismorfofobia nei disturbi alimentari dove, piuttosto che l’estetica, il problema è il peso. Chi soffre di anoressia nervosa molto spesso ritiene e si vede in sovrappeso anche di molti chili.

Perchè “social-quotidiana”?

In realtà la risposta è semplice e sono certo che molti di voi l’abbiano gà? capita. Nel mondo contemporaneo la rivoluzione dei mezzi di comunicazione di massa, soprattutto in riferimento ai social network, ha creato molte più opportunità di confronto con i modelli di bellezza, maschile e femminile, che ci vengono proposti. Quotidianamente guardiamo immagini e video che prima non avremmo visto e che vengono riproposti costantemente dagli algoritmi che governano i social. Bellezza senza difetti, peso forma e linee perfette sono i modelli con cui ci si confronta costantemente. E’ per questo che la dismorfofobia assume oggi caratteristiche che fino a qualche decennio fa non erano pensabili.

Quali sono le soluzioni che non funzionano?

    1. Nascondere il più possibile e con ogni mezzo la parte o il difetto da cui siamo ossessionati. Si può ricorrere a soluzioni ingegnose, ma generalemente il risultato è quello di creare una situazione paradossale in cui più cerco di nascondere un difetto, più la mia attenzione e quella degli altri ricadrà proprio su quel particolare.

    1. Evitare di esporsi allo sguardo degli altri. Le persone che soffrono di dismorfofobia spesso evitano di uscire, di trovarsi in situazioni conviviali, insomma rinunciano a una buona quota di vita sociale piuttosto che mostrarsi agli altri. Qui trovate alcune indicazioni proprio sulla strategia dell’evitamento (link).

    1. La chirurgia estetica per modificare la parte che non mi piace. Spesso, dopo un primo intervento, possono tuttavia emergere altri difetti (non ci scordiamo che stiamo parlando di un inganno della mente) che portano ad altri interventi. Quindi, oltre ad un enorme costo ecnomico, il risultato è quello di stravolgere i propri tratti senza arrivare a una vera soddisfazione o a una soluzione permanente.

 

Questo tipo di problematica può essere superata anche rapidamente grazie alla psicoterapia. Un buon inizio, escludeno per il momento la possibilità di rivogervi a un terapeuta, può essere dato dall’osservare le soluzione che utilizzate per affrontare la situazione. Se pensate che le vostre strategie rientrino all’interno delle 3 indicazioni che vi ho dato sopra (nascondere, evitare, coprire/modificare con la chirurgia estetica), allora potete iniziare a bloccare proprio tali soluzioni.

Dott. Pier Paolo D’Alia
Psicologo Psicoterapeuta
Terapie Brevi

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