L’evitamento rappresenta una delle strategie pi? comunemente utilizzate quando si ha paura o ansia di qualcosa. Seguendo tale indicazione molte persone evitano ad esempio di prendere l’aereo, l’acrofobico far? di tutto per non salire sulle scale e lo zoofobico eviter? l’incontro con gli animali che lo spaventano.
Senza arrivare a disagi conclamati, possiamo osservare il medesimo atteggiamento anche in situazioni di vita comune e in persone che non manifestano una fobia come quelle definite sopra. Si perch? evitare determinate situazioni, cose o persone ? piuttosto comune, e tutti ci siamo trovati, chi pi? chi meno, ad adottare questa strategia.
Perch? evitiamo?
Sottrarsi alle circostanze spiacevoli e “spaventose”, ci mette al riparo e ci fa sentire pi? sicuri. La ragione ? molto semplice e chiara.
Come detto in altri articoli (leggi qui), siamo spesso succubi di soluzioni che apparentemente ci restituiscono fiducia e sicurezza, ma successivamente si trasformano in vere e proprie trappole.

La prevenzione non ? qualcosa che si pu? applicare sempre, come utilizzare un buon dentifricio per prevenire le carie o altre problematiche. Parlando di paure o di fobie l’inganno ? sempre dietro l’angolo.
Cosa accade dopo…
Se in un primo momento la rassicurazione ? il risultato pi? ambito e quello che avvertiamo con maggiore forza, ben presto ci accorgiamo che il contesto assume contorni un p? differenti.
Evitare continuamente ci? che ci spaventa far? solamente aumentare la nostra paura. Non “mettendoci alla prova” confermiamo i nostri limiti, l’ansia aumenter? e sar? sempre pi? difficile affrontare la situazione temuta.
In altre parole la soluzione che stiamo utilizzando rappresenta la legna con cui alimentiamo il fuoco della nostra paura. Pi? evitiamo pi? legna gettiamo nel fuoco.
In questo modo una piccola paura si trasforma in una fobia che condiziona la nostra vita. Il DSM-V conferma proprio tale passaggio, citando tra i criteri delle fobie specifiche, i seguenti punti:
Criterio D. La situazione (o le situazioni) fobica viene evitata oppure sopportata con intensa ansia o disagio.
Criterio E. L?evitamento, l?ansia anticipatoria o il disagio nella situazione (situazioni) temuta/e interferiscono in modo significativo con la normale routine della persona, con il funzionamento lavorativo (o scolastico), o con le attivit? o le relazioni sociali, oppure c’? un marcato disagio…

Iniziare a guardare tutta questa “prevenzione” con sospetto rappresenta di certo il primo passo verso una maggiore fiducia in noi stessi. Se poi riuscissimo anche a metterci alla prova potremmo scoprire risorse davvero inattese.
Questo non vuol dire buttarsi a capofitto nella prima azione sconsiderata che ci capita sotto mano. Qui parliamo di incoscienza o stupidit?.
Al contrario la proposta ? quella di valutare un contesto, un comportamento, un’azione dopo un confronto reale, legato all’esperienza e non solo immaginato.
Solo dopo una prova concreta possiamo decidere se evitare o meno, senza mettere a rischio la nostra fiducia e le nostre risorse.
Per concludere:
Porto addosso le ferite di tutte le battaglie che ho evitato.
Fernando Pessoa
Dott. Pier Paolo D?Alia
Psicologo Psicoterapeuta
Terapie Brevi
Bibliografia
American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC: Author.
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