Termini come depressione e pessimismo post quarantena trovano largo spazio sulle pagine dei quotidiani così come negli articoli pubblicati sul web. Nelle ultime settimane si sono moltiplicate le informazioni e i dati che ruotano intorno a questi due aspetti.
In realtà anche prima dell’emergenza covid la depressione rivestiva un ruolo di primo piano nella comunicazione, essendo una delle problematiche psicologiche più “inflazionate” degli ultimi anni. Come spesso accade quando si parla molto di un argomento, risulta difficile fare chiarezza su quanto è reale e quanto no.
Senza voler fare nessuna polemica riporto un semplice dato per darvi un’idea prima di procedere oltre. Un’articolo che ho appena sbirciato su internet (qui) ci dice che il 25% delle persone intervistate ha sviluppato problematiche psicologiche in seguito alla pandemia (nello specifico stress). Una percentuale considerevole vista da questo punto di vista.
Tuttavia dobbiamo considerare che gli autori della ricerca hanno intervistato 7000 adulti tra Canada e USA. Le due nazioni contano circa 367 milioni di abitanti (insieme) e il campione appena citato, facendo due conti molto rapidi, è lo 0,002% del totale. La rappresentatività di questi 7000 individui non può che essere limitata dunque, non sappiamo se riferita a popolazioni particolari (ispanici, asiatici, sudamericani o altro) o all’insieme generale, non sappiamo come evolveranno le loro risposte, essendo un’indagine “a caldo”.
Questa introduzione in realtà mi è servita anche perchè rappresenta il primo punto per superare l’eventuale pessimismo legato a questo periodo, ovvero adottare un punto di vista critico quando ci si informa (qui altro riferimento), sopratutto se parliamo di difficoltà o problemi psicologici.
I segni della depressione
Nel definire la depressione il manuale diagnostico DSM-V riporta diversi criteri tra cui: umore depresso per la maggior parte della giornata, scarsa motivazione e interesse nelle attivit?, sensi di colpa accentuati, svalutazione, poca concentrazione, invadenza di pensieri negativi, insonnia, perdita di peso, irritabilitò e agitazione.
Sebbene una classificazione come questa non ci fornisca nessun elemento utile per la risoluzione del problema, possiamo utilizzarla come una mappa per capire quantomeno dove ci troviamo e quali strade percorrere.
Come affrontare pessimismo e depressione post quarantena
Attraverso la psicoterapia è possibile superare umore depresso, pessimismo e quant’altro; d’altra parta puoi iniziare tu stesso con alcuni passaggi come quelli che vedremo a breve.
1. Orientamento al futuro
Uno degli aspetti più importanti, da tenere in considerazione quando si parla di depressione, è l’aspettativa che abbiamo del domani. Le persone depresse si soffermano principalmente (se non esclusivamente) sulla sofferenza del presente e sulle cause del passato che hanno portato a questa situazione.
Fortunatamente il futuro non è ancora arrivato, quindi abbiamo il tempo per fare qualcosa di diverso dal rivolgere la nostra attenzione a qualcosa che non si pu? modificare.
Come fare?
Inizia a progettare il tuo futuro carta e penna alla mano. Datti degli obiettivi con 2 massimo 3 scadenze (ad esempio 6 mesi, 18 mesi, 24 mesi) e per ognuno di questi indica le azioni necessarie al loro raggiungimento.
Esempio: obiettivo 6 mesi= cambiare autovettura.
Azioni necessarie: stabilire budget, vendere vecchia auto?, decidere modello, concessionarie da valutare, fianziamento necessario?..e così via.
Una volta compiute/valutate/terminate le varie azioni puoi depennarle, fino a che l’obiettivo sarò raggiunto.
In questo modo potrai allenare la tua capacitò di creare e mantenere aspettative positive, realistiche rispetto al futuro.
2. Problemi Vs Soluzioni
Altra caratteristica che spesso si nota nelle persone con un umore depresso è la loro concentrazione verso i problemi. Questo si traduce in un’attenta analisi di tutte le caratteristiche, le peculiarità e le sfaccettature del problema.
Dalla mia formazione, così come nell’esperienza da terapeuta, ho potuto apprendere che soluzioni e problemi non sono necessiamente connessi tra loro. In sostanza studiando approfonditamente un problema non troveremo la sua soluzione.
Cosa fare?
Se ti senti sfiduciato e pessimista, uscendo da questa situazione di pandemia e hai utilizzato molto tempo per comprendere quale sia il tuo problema, ora puo concentrarti sulle possibili soluzioni.
Siamo realistici. La stragrande maggioranza di noi non si è mai trovata in questa situazione, quindi trovare soluzioni non è certamente facile. Quello che possiamo fare tuttavia è molto semplice, ovvero possiamo essere degli attenti osservatori/ascoltatori di quello che succede furi di noi, nelle persone che ci circondano e che hanno trovato le soluzioni che cerchiamo.
Osservate, chiedete il più possibile, anche e sopratutto rispetto a quello che vi interessa maggiormente. Attraverso questo lavoro da ricercatore la soluzione non apparir? magicamente, resta da mettere in pratica quello che hai osservato, ma ora avrai più strumenti sul come fare.
Dott. Pier Paolo D’Alia
Psicologo Psicoterapeuta
Terapie Brevi