Hai sentito parlare di hikikomori ma non sai di cosa si tratta? Vuoi capire meglio cosa accade a queste persone? Cerchiamo di fare un p? di chiarezza su questo fenomeno.

Letteralmente il termine hikikomori si traduce con “stare in disparte” e ha origine, come avrete gi? capito, in Giappone. Proprio in questo paese lo psichiatra Tamaki Sait?, osservando alcuni giovani adolescenti ritirarsi nella propia casa o staza, conia il suddetto termine.

L’aspetto principale riguarda quindi il ritiro sociale “estremo” messo in atto dagli hikikomori. Ritiro sociale che pu? andare da alcuni mesi a diversi anni e che si traduce in una vita h24 trascorsa all’interno della propria abitazione, a volte all’interno della propria stanza. Si escludono quindi tutti le relazioni “dirette”, ovvero basate sul vedersi, conversare, condivire momenti o altro. A queste si sostituiscono le relazioni e i contatti virtuali attraverso piattaforme, social o videogiochi.

Le statistiche ci dicono che gli hikikomori sono principalmente ragazzi e con un’et? media di 20 anni (o comunque tra i 16 e i 30). In Italia, un articolo piuttosto recente (qui), stima la presenza di circa 100.000 casi.

Leggendo vari articoli sulla questione, ho potuto notare (come spesso accade) un bel dibattito intorno a quelle che possono essere considerate le cause del problema. Si parla spesso di episodi di bullismo, di dipendenza da internet/videogiochi, di depressione e molto altro ancora. A prescidere se sia venuto prima l’uovo o la gallina, sicuramente possiamo rintracciare una logica sottostante, un elemento comune che caratterizza gli hikikomori. Il ritiro sociale (estremo) appare come una risposta alle varie pressioni sociali che i ragazzi “subiscono” dall’esterno e che oggi possiamo considerare molto pi? forti e invasive rispetto ad alcuni decenni fa.

Cosa si pu? fare (con le Terapie Brevi)

Un aiuto esterno e in tempi rapidi, ovvero subito dopo l’insorgenza del problema e non dopo anni, pu? essere molto efficace per affrontare la situazione.

Parlando di ragazzi giovani, in alcuni casi minorenni, l’accettazione di un aiuto esterno potrebbe diventare un ulteriore problematica da sommarsi all’isolamento. Per questa ragione le Terapie Brevi costituiscono una risorsa molto importante. Perch?? Perch? l’eventualit? di un percorso breve, centrato su soluzioni e risorse, anzich? sull’introspezione e sulla sofferenza, risulterebbe molto pi? vicino e “accettabile” da una popolazione con queste caratteristiche. La possibilit? di effettuare incontri online rappresenta, inoltre, un ulteriore e decisivo elemento per i ragazzi che non escono da mesi o anni dalla loro stanza.

Un altro intervento possibile, se non auspicabile, ? quello rivolto ai/al familiari/e della persona. Riguardando una popolazione spesso molto giovane, nella maggior parte dei casi parliamo di ragazzi che vivono ancora in casa con i/il genitori/e.

Riassumendo quindi possiamo vedere come una terapia attivata in tempi rapidi e rivolta a possibili soluzioni e risorse, sia essa rivolta al ragazzo che esprime una problematica o ai familiari di riferimento, rappresenti un valido strumento in situazioni del genere.


Dott. Pier Paolo D?Alia
Psicologo Psicoterapeuta
Terapie Brevi