
Cosa non sono la psicologia o la psicoterapia in 3 punti.
Vorrei definire cosa non sono la psicologia o la psicoterapia partendo dall’immagine che segue; non a caso.
Come si può vedere la foto rappresenta un tipico scaffale di una libreria di Torino, dove ho avuto il piacere di soggiornare per il capodanno. Torino città fantastica e piene di librerie, per la maggior parte indipendenti, in cui scovare testi che difficilmente si trovano nelle catene di distribuzione più famose. Sono quindi entrato in molte attività di questo tipo ma la scena è stata sempre la stessa. Il reparto di psicologia/psicoterapia contiguo, quando non inglobato, dai reparti di religione, spiritualità, benessere, new age etc.
Perché tanto spirito d’osservazione vi starete chiedendo? Perché scriverci un articolo?
Semplicemente perché quest’immagine rappresenta lo spirito e l’idea con cui la maggior parte delle persone si avvicina alla nostra professione, ovvero con un mix di sensazioni che vanno dal timore per gli aspetti mistici ed oscuri della terapia, alla rassicurazione per un indefinito benessere che ne deriverà.
Ora non vorrei incolpare tutti coloro che organizzano gli scaffali nelle librerie, lungi da me tal proposito. Tuttavia mi chiedo come mai tale disposizione sia ripetuta in quasi tutte le librerie in cui ho posto l’attenzione, e l’idea che mi sono fatto è la seguente.
Le persone hanno una rappresentazione della psicoterapia che si avvicina in qualche modo alle discipline/tematiche che ho appena citato; conseguentemente ne parlano utilizzando alcune categorie, alcuni termini specifici. Il risultato è quello rappresentato in foto.
Io al contrario vorrei spendere delle energie per partire dalla stessa foto e affermare ciò che la psicologia o la psicoterapia non sono, attraverso 3 punti :
1) Non è spiritualità-filosofia
Questo è un punto difficile da scardinare, soprattutto perché la psicologia ha condiviso i suoi inizi proprio con la filosofia. Inoltre nel passato buona parte degli esordi psicotici venivano catalogati come “possessioni” del demonio, dove l’esorcista religioso (lo psichiatra del tempo) invece del “prozac” utilizzava una croce e l’acqua santa.
Tempi remoti certo ma come si dice, le tradizioni sono dure a morire.
Alternativa: i moderni approcci di psicoterapia sono avallati da ricerche e pubblicazioni costanti in diverse latitudini del globo. Sempre di più sono i protocolli di intervento standardizzati per la cura di problematiche specifiche.
2) Non è misticismo-magia
Spesso si pensa che quello che avviene nelle sedute di terapia è comprensibile solo dal terapeuta stesso, per non parlare degli effetti altrettanto misteriosi. Questo può succedere quando non si parla il linguaggio del paziente.
Alternativa: un buon terapeuta deve sapersi adattare alle varie realtà che ha di fronte; per il resto si possono definire dei chiari obiettivi e tutta l’aurea di misticismo svanirà in poche parole.
3) Non è meditazione zen
Ovvero una forma di benessere raggiungibile attraverso la meditazione, buoni profumi, musica rilassante e qualche parola. Non che tutto ciò sia dannoso; semplicemente non è associabile alla psicoterapia.
In una frase si potrebbe dire: “vado in terapia e aspetto che qualcosa accada, ovvero che la felicità arrivi”.
Mi sono spesso trovato a constatare che la strada del cambiamento (e/o del benessere) risponde a logiche differenti. In questo caso non vale il detto che la montagna andrà da Maometto. Purtroppo non è così.
Alternativa: più spesso dobbiamo andare noi alla montagna. Nella Terapia Strategica ed in generale nelle Terapie Brevi proponiamo un ruolo attivo sia del cliente che del terapeuta. Attraverso piccole azioni o esperienze(anche emozionali) si può provocare il cambiamento in modo più rapido rispetto alla semplice comprensione di un problema.
Dott. Pier Paolo D’Alia
Psicologo
Specializzando in Psicoterapia Strategica Integrata
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