Lo stress da lavoro, o stress lavorativo, conosciuto anche con il termine burnout, rappresenta una condizione di disagio e sofferenza legata al mondo lavorativo. Tale ? l’importanza di questa problematica che si ? pensato bene di inserirla all’interno di un decreto legislativo, in particolare il D.lsg 81 del 2008 ovvero il testo unico sulla salute e sicurezza del lavoro. Si sancisce l’obbligo per il datore di lavoro di valutare i rischi da stress lavoro-correlato, a tutela della salute psico-fisica del lavoratore.

Prima di descrivere in cosa si traduce praticamente il bornout e cosa poter fare per superare il problema, vorrei darvi un inquadramento storico non di poco conto. Sopratutto negli ultimi decenni del secolo scorso infatti era piuttosto in voga il concetto di mole/carico di lavoro, in cui il principio guida era rappresentato dalla quantit? di ore lavorate, straordinari compresi, piuttosto che dalla qualit?. Al contrario negli ultimi anni e principalmente in quei paesi molto avanzati da un punto di vista socio-culturale, oltrech? economico, si ? cercato di superare l’idea delle 8 ore lavorative, abbassando il monte orario.

Puntando sulla qualit? (della mole di lavoro), in buona sostanza, oltre ad ottenere maggiori risultati, le aziende hanno potuto garantire condizioni psicologiche migliori ai loro dipendenti, prevenendo situazioni di stress da lavoro.

Ovviamente non sempre e non dovunque ? possibile adottare soluzioni simili. Molti lavoratori sono autonomi, indipendenti o semplicemente vivono in altri paesi. Occorre quindi tenere in considerazione anche gli aspetti individuali quando parliamo di bornout, che si differenziano dalla condizione sociale in cui ci si trova.

Quali sono i sintomi pi? comuni

Chi vive una condizione di bornout pu? presentare diversi sintomi, sia fisici che psicologici che a livello organizzativo/lavorativo. Nel primo caso si riscontrano problematiche gastrointestinali, dell’apparato cardiocircolatorio (ipertensione), dermatologiche, alterazione del sonno e altro ancora. Un bel p? di fastidi per chi si ammala di lavoro!

A livello psicologico invece gli indizi principali derivano da un downgrade di funzioni come la memoria e la concentrazione, da un’eccessiva irritabilit?, ansia per le prestazioni lavorative e in generale un pessimismo diffuso legato alla propria professione, mansione o carriera.

Infine gli effetti di un eccessivo stress lavorativo si avvertono anche nell’organizzazione in cui si ? inseriti. Assenteismo, litigi con altri colleghi, bassa qualit? della prestazione, richieste di cambio mansione e quant’altro fotografano al meglio situazioni di bornout.

Tornare a lavorare con il sorriso

Superare questa condizione di difficolt? ? possibile attraverso degli accorgimenti che potete mettere in campo da subito e in autonomia, sia a livello personale che organizzativo. Qualora il problema dovesse continuare a presentarsi, non esitate nel chiedere aiuto a un esperto. Vediamo qualche suggeriemento.

  1. Organizzazione del lavoro. Una buona organizzazione lavorativa sia rispetto agli obiettivi da raggiungere che dello spazio fisico in cui si opera ? estremamente importante. Il disordine crea il terreno fertile per lo stress. Puoi quindi organizzarti con obiettivi giornalieri/settimanali/mensili o con scadenze pi? lunghe, in modo tale da tener sempre sotto controllo ci? che devi fare. Al tempo stesso puoi organizzare meglio tutti gli aspetti di contorno che riguardano il tuo lavoro, dallo spazio fisico ai momenti di pausa.
  2. Creare un clima lavorativo positivo. Cura le relazioni con i colleghi, per quanto possibile. Passiamo molto tempo con loro e la possibilit? di avere un maggior numero di scambi positivi, nel lungo periodo, ci aiuta ad attenuare i momenti di stress.
  3. Il riposo. Recuperare energie fisiche e mentali ? un altro fattore decisivo sull’ago della bilancia. Molte persone che lamentano un forte stress lavorativo non sono in grado di curare proprio questo punto. Quando torni a casa, che sia un giorno qualunque della settimana o l’ultimo prima del week-end (o comunque prima del riposo settimanale), prova a immaginare questa scena: te che entri a casa e posi la “divisa” del lavoro; la riprenderai la mattina successiva o direttamente il luned?. Ogni volta che torni a casa immagina questa scena, soprattutto se pensi che il lavoro ti perseguiti 24 ore al giorno e non riesci mai a “staccare”.


Dott. Pier Paolo D?Alia
Psicologo Psicoterapeuta
Terapie Brevi