L’acrofobia ? la paura dell’altezza, dei luoghi elevati o, pi? genericamente, di perdere contatto con il suolo. Ci sono moltissime occasioni in cui questo pu? accadere: salire una scala a pioli oppure al terzo piano di una palazzina, fare un trekking in montagna, andare sulle giostre, attraversare un acquedotto con la macchina in autostrada e molto altro ancora. L’aspetto curioso ? che l’acrofobia sembra non riguardare il volare, ovvero prendere un aereo. In questo caso parliamo di aerofobia.

L’aspetto centrale ? quindi il salire con le proprie gambe, che sia una casa, una montagna o qualsiasi altro luogo/oggetto. A questo punto iniziano i problemi! Chi soffre di acrofobia, appena si rende conto di aver perso contatto con il suolo, la terra, inizia a manifestare una serie di preoccupazioni e di sintomi comuni a molte altre difficolt? di questo tipo: sudorazione eccessiva e improvvisa, tachicardia, stordimento, malessere e vertigini, oltre alla classica paura/panico per la situazione e la volont? di fuggire il prima possibile.

Pu? accadere addirittura che alcuni sperimentino i sintomi appena descritti al solo pensiero di dover affrontare, magari nella loro vita quotidiana, una qualsiasi altezza. Capite bene come l’acrofobia assuma allora caratteristiche davvero invalidanti.

Essendo un’esperienza “terrificante”, quella dell’altezza, molte persone adottano strategie che possano aiutarle nel superare il problema ma che, abbiamo visto in altre occasioni (qui e qui), non fanno altro che evidenziarlo e aggravarlo.

Nel caso di oggi una delle risposte pi? comuni e spontanee ? quella di voler controllare la propria paura, con il solo risultato di renderla ancor pi? presente e “preoccupante” di prima. Parlo di un controllo “psicologico”, in cui si cerca di auto-convincersi di stare tranquilli, che tutto andr? bene ecc.

L’altra strategia frequentemente utilizzata ? l’evitamento (leggi anche questo articolo). Se ci pensiamo bene si tratta sempre di una forma di controllo. Ad esempio in una vacanza posso pensare di prenotare sempre camere che si trovano al piano terra, posso trovare percorsi alternativi con l’automobile per evitare cavalcavia o acquedotti e molto altro ancora. La finalit? rester? comunque quella di controllare la mia paura.

E le vertigini?

Le vertigini e l’acrofobia non vanno confuse, si tratta di due problematiche assolutamente differenti. Le vertigini, sebbene possano presentare sintomi uguali, come la nausea, la sudorazione, il fiato corto ecc., hanno un’origine organica (spesso da far risalire all’apparato vestibolare, altre al sistema nervoso centrale), mentre l’acrofobia ha un’origine psicologica.

Rimedi in tempi brevi

Non sempre occorre un intervento psicologico per risolvere il problema dell’acrofobia. Spesso le sole risorse personali, unite alla motivazione di raggiungere determinati obiettivi, sono sufficienti. In altri casi leggere articoli come questo o guide fai-da-te possono fornire un ulteriore aiuto.

Tuttavia, sopratutto quando ? da molto che si evita di affrontare la situazione, o semplicemente si vuole usufruire di un supporto esterno, allora la psicoterapia si dimostra una valida alterantiva. Oramai sappiamo bene che anche in poche sedute i sintomi descritti sopra possono essere superati, permettendo alla persona di tornare a vivere esattamente come desidera.


Dott. Pier Paolo D?Alia
Psicologo Psicoterapeuta
Terapie Brevi